Quattordici anni fa, a quest'ora, avevo da poco finito di lavorare; in ospedale l'orario visite era ormai passato, ma volevo venire da te, sentivo che avevamo poco tempo ancora, e con la scusa di portarti qualcosa, mi fecero comunque entrare. Ricordo la tua sorpresa nel vedermi, non te lo aspettavi; ti diedi un bacio e per la prima volta mi dicesti che puzzavo di fumo. Io non avevo mai avuto il coraggio di fumare davanti a te e tu avevi sempre fatto finta di non saperlo: da buon ex fumatore non ipocrita, ti guardavi bene dal farmi la predica...
Quella sera ti promisi che, non appena tu fossi uscito dall'ospedale, avrei smesso! Dentro di me recitavo il mio solito patto con Dio: "se lo guarisci ti giuro che smetto, te lo giuro!", anche quella sera, anche se non ci credevo più...
"Torna a casa, e' tardi", "resto ancora un po' con te, poi vado"
Il giorno dopo non sembravi più cosciente, ma sapevo che capivi e chiesi ai medici di fare qualcosa, perché non volevo che ti rendessi conto che stavi morendo. Chissà se te ne sei reso conto! Ti hanno iniettato qualcosa, forse morfina, non lo so, e qualche minuto dopo, il tuo ultimo respiro: non l'ho mai più dimenticato quel tuo ultimo respiro. Ti presi la mano, la baciai e mi ci accarezzai la guancia e poi la testa e rimasi così, con l'orecchio appoggiato sul tuo cuore fermo e la tua mano ancora calda, sui miei capelli.
Uscita dall'ospedale rimasi stupita nel vedere che il mondo non si era fermato: le macchine nel traffico assordante, gente allegra e sorridente, il sole splendente nel cielo e poi le ore e la vita che cominciavano a scorrere, senza di te. Mi sembrava una cosa impossibile: tu non c'eri più, il tuo cuore si era fermato, eppure nessuno sembrava accorgersene...
Poco prima di portarti via da quell'ospedale, ricordo che fumai la mia ultima sigaretta, ed anche se un anno dopo ricominciai, per un po', ormai da tempo non fumo più, e non credo che riprenderò: ti feci una promessa quel giorno, e la voglio mantenere!
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